mercoledì 3 luglio 2013

Un semplicissimo lampione


Sfogliare un giornale partendo dall'ultima pagina e controllare i risultati della notte appena si aprono gli occhi al mattino. Queste sono un paio delle caratteristiche di un appassionato NBA, il Campionato professionistico Americano di Basket. Per quanto mi riguarda la passione è nata nel 2001 quando, tra compagni di squadra in spogliatoio, ci si passava le cassette delle partite registrate da D+. Le guardavamo fino a consumarle. Venivano a mancare pezzi di video e di audio. Non che fosse un problema, le immagini e le telecronache (del duo Federico Buffa e Flavio Tranquillo, vere e e proprie divinità per gli appassionati degli sport nordamericani) erano state memorizzate dopo millemila visualizzazioni. L'apice degli scambi e dell'euforia per avere l'ultimo VHS si raggiungeva con le registrazioni dell'All Star Game, la partita delle stelle, appuntamento annuale che si tiene nel mese di Febbraio in una delle città che ospitano una franchigia NBA. La partita vede contrapporsi East Vs West e si può affermare con quasi totale sicurezza che i giocatori selezionati siano i 24 migliori al mondo. Per essere sinceri l’apoteosi si raggiungeva con la visione della gara delle schiacciate (spettacolo in programma il giorno prima della partita delle stelle), dove i migliori atleti della lega danno libero sfogo alla loro fantasia ed al sovrumano atletismo schiacciando nei modi più assurdi. Poi uno pensava: “Vabbè, che sarà mai saltare un metro in altezza, mettere tutto il braccio nel canestro, saltare sopra un uomo alto 2,15 m, decollare dalla linea del tiro libero (ossia a 6 metri dal canestro).. che ci vuole, tanto ha gli stessi muscoli che ho anche io, è alto come me”. Poi puntualmente, durante gli allenamenti con la squadra, cercavamo di imitare quelle giocate, di provare a saltare almeno la metà della metà.. ma nulla. Del resto Newton ha enunciato la sua legge solo per noi, esseri comuni, bipedi normodotati, mica per alieni del calibro di Michael Jordan, Doctor J o Earl Manigault. L’amore è esploso definitivamente nel 2002, quando un giovane Kobe Bryant vinse il suo terzo titolo consecutivo assieme al Grande Aristotele, o il grande Cactus, o il Diesel.. insomma ci siamo capiti, Shaquille O'Neal. Mi innamorai di Kobe, del suo agonismo, della sua passione per il gioco, della sua sfrontatezza, del suo desiderio di diventare il più grande di tutti i tempi, di dominare, dei suoi occhi nei finali Playoffs, dei denti digrignati dalla rabbia... e mi innamorai del mondo NBA, l'unico palcoscenico al mondo dove puoi vedere "danzare" ballerini di due metri e 10 per 120 kg. Slogan famosi di pubblicità passate alla storia recitavano: "Poetry in motion" o "Where Amazing Happens", ed in effetti solo lì possono vedersi gesti tecnici e atletici fuori dal comune. In ogni partita NBA si può essere testimoni di giocate mai viste prima e che mai più verranno replicate su un campo da basket. Dico su un campo da Basket, perché potrebbero sempre essere replicate in un videogame. In un videogame!
Il campionato termina a Giugno ma l'abitudine di controllare il cellulare appena aperti gli occhi non mi abbandona mai. Così, qualche giorno fa, qualche secondo dopo aver aperto gli occhi (e aver abbassato la luminosità dello schermo che era al massimo e che mi aveva accecato), controllando le e-mail, leggo che un mio Amico, l'autore di questo blog, mi aveva invitato a diventare Coautore. L’idea mi ha subito allettato poiché ho sempre desiderato tenere un blog, ma ora per un motivo, ora per un altro, non l’ho mai iniziato. Non ho iniziato a dedicarmi subito al mio primo post perché impegnato nella preparazione di un esame, dopo il quale sono state necessarie almeno trentasei ore per riprendere a pensare in lingua italiana e non più in Decibel, scale logaritmiche, ampiezze e fasi. Perché poi, la cosa brutta di studiare Ingegneria è che, dopo qualche anno, inizia a diventare difficile parlare Italiano. Ecco, parlare, non parliamo dello scrivere. Si è sempre immersi in diagrammi, leggi, schemi,programmi, manuali, ecc.. che diventa davvero difficile formalizzare un periodo di senso compiuto corretto grammaticalmente.
Oltre al sottoscritto, l’Autore del Blog ha nominato un altro Coautore, Luigi. Ed ecco così che tre vecchi cari Amici, così diversi (ma con lo stesso cuore), con passioni tra le più svariate, si ritrovano a tenere un blog insieme. Tre punti di vista diversi sulle dinamiche economiche, ambientali, sociali, culturali,ecc.. Caratteri differenti che colgono e analizzano le questioni da punti di vista differenti. Per di più tre persone separate da centinaia di chilometri.
C’avete creduto? Scherzavo. La verità è che siamo tre fotografi accomunati dal desiderio di esplorare ed immortalare l’ambiente che ci circonda, di cogliere, riconoscere e forse prevedere un istante ed un ambiente unico, come un sorriso, una reazione, un abbraccio, un tramonto, un albero o anche un semplicissimo lampione. Ognuno si posizionerà nel punto che riterrà migliore per comporre la scena della propria fotografia, imposterà l’apertura del diaframma, il tempo di esposizione, la temperatura della luce, metterà a fuoco, tratterrà il respiro… e scatterà. E questo non sarà un nient’altro che un album di fotografie, non un blog. Alcune di queste saranno state scattate di getto, d’impulso, dettate da quell’istinto e quella voglia di esprimere un emozione o un pensiero fugace. Altre saranno frutto dello studio e dell’ analisi attenta, dell’attesa del momento migliore e della luce più adatta in cui scattare.


Ah! Per chiarire la questione… Si sfoglia il giornale a partire dalla fine perchè la Gazzetta dello Sport riporta le notizie relative alla NBA nelle ultime pagine, dopo averne dedicate ottanta al calcio italiano, tedesco, francese… fino ad arrivare alla quarta categoria dell’ultima Lega dell’Argentina, per poi dedicarsi agli altri Sport. Sport, non calcio.

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