venerdì 13 dicembre 2013

L'amore al tempo delle emoticon

Tutti, ma proprio tutti, sanno cosa sono gli smiley, o le emoticon. Sono le famose “faccine”, l’unico modo che hanno i giovani d’oggi per usare la punteggiatura in modo pseudo-corretto, e per corretto intendo al fine di generare qualcosa di senso compiuto.
È ormai un qualcosa entrato nel quotidiano, la faccina triste con il punto e virgola e la parentesi, il bacino con l’asterisco sono diventati veri e propri sostituti dell’alfabeto. Espressivi, istantanei, di interpretazione facile se rimaniamo nel girone dei famosi, di quelli che almeno hanno una simbologia riconoscibile per gli occhi. Un compendio di sentimento, il Bignami dell’umano feeling, lo stato d’animo nella sua essenza più sintetica…
Ed ecco che “minore di tre” diventa un cuore, ecco che l’apostrofo che faceva piangere le maestre quando compariva sul “qual è” diventa una lacrima per colpa di un destino già scritto, una parentesi può sorridere o rattristarci peggio di una espressione matematica… Ma può, può un bacio racchiudersi tutto in un asterisco?

L’asterisco, un segno che in realtà ricorda le stelle, un simbolo che si trova sulla tastiera del telefono senza un vero e proprio perché. Abbiamo un bacio sul telefono? Ah ecco perché tanti single stanno sempre con il telefono in mano!!!
Ovviamente scherzo… può una espressione tipo :-* <3 racchiudere in qualcosa che è simbologia da stele di Rosetta un sentimento? Può una dichiarazione d’amore somigliare più ad una espressione algebrica, più ad una prova di funzionamento di una tastiera, e rinnegare così secoli di lettere d’amore, di calamai pieni di inchiostro, di lettere scritte su fogli improvvisati e nascosti, talvolta rovinati e bagnati dalle lacrime degli amanti? Possono 160 caratteri ( anche se oggi con l’instant messaging sono molti di più) racchiudere un istante, la perdita di un battito, la dilatazione di una pupilla? Secondo me no, eppure quei pochi simboli, usati più per come sono fatti che per quello che significano, riescono a tenere le persone attaccate agli schermi di qualsiasi dispositivo come una dolce melassa, strappano un sorriso e fanno volare pensieri più di quanti ne avrebbe fatti volare una dichiarazione d’amore in carta bollata, fanno venire davvero gli occhi a cuoricino come lo smiley che leggiamo.
Mmh, io sono un inguaribile romantico, ma ogni tanto un bacino lo mando :-*, non fosse altro perché almeno c’è una faccina che manda una bacio al posto di cinque fredde lettere. E ogni tanto mando anche un cuore, e ne ricevo, perché dietro quel cuore in fondo ci può essere di tutto, tutti i sentimenti del mondo possono essere racchiusi dietro quella semplice scrittura. Ci può essere un “ ti penso”, un “ti amo”, un “ti voglio bene”, un “ vorrei che fossi qui”… In fondo 160 caratteri in questo mondo sono anche troppi, se un cuore solo, di due caratteri, è un vaso di Pandora di sentimenti.

È vero, non nego di preferire sempre i messaggi lunghi e romantici ai geroglifici del terzo millennio, ma almeno in questo sono diverso, e non obsoleto.

Benvenuti, avete avviato Romanticismo 3.0 . Loading….





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