giovedì 5 dicembre 2013

Credi a Babbo Natale?

"Com'è difficile capire nel quadro qual è il momento esatto in cui l'imitazione della natura deve fermarsi. Un quadro non è un processo verbale. Quando si tratta di un paesaggio, io amo quei quadri che mi fanno venir voglia di entrarci dentro per andarci a spasso"

Qualche settimana fa sono stato alla mostra temporanea allestita a Torino su Pierre Auguste Renoir. All'ingresso di ogni stanza, o nei corridoi di collegamento tra una stanza e l'altra, vi erano frasi come quella di apertura di questo post.
Avevo avuto la fortuna di poter ammirare i meravigliosi capolavori di Renoir qualche mese prima, visitando la mostra permanente sull'Impressionismo all'interno del Museo D'Orsay a Parigi, quindi questa volta sono stato molto più colpito da queste "perle" sparse qua e là, per non parlare poi di alcune gigantografie in bianco e nero ritraenti il pittore in pose molto semplici, ma così magnetiche da spingermi a soffermarmi maggiormente nella loro visione che in quella dei quadri.
In certi frangenti ho davvero messo le radici, intento com'ero a leggere e contemplare queste frasi e, ogni tanto, ero costretto a tirare fuori lo smartphone per appuntarle, attirando l'attenzione dei dipendenti del museo che pensavano stessi per scattare una foto, oppure delle altre persone che avranno al solito commentato: "Questo viene a vedere Renoir e poi si mette a giocare con lo smartpone".
Poi una cosa che odio dei musei è che non puoi portarti i quadri a casa. Cioè, sono così belli che verrebbe voglia di appenderlo nella tua stanza, di guardarlo appena sveglio la mattina e un attimo prima di addormentarti, con la consapevolezza che dovrai correre a casa nell'ora del tramonto, per poterlo osservare illuminato dai colori caldi che in si hanno in poche istanti della giornata. Ti vien da piangere due volte, quando guardi il quadro per la prima volta, preso da quella forte emozione che ti fa chiedere come un uomo possa aver creato e pensato una cosa così bella, e quando sei costretto a staccarne gli occhi per osservare quello successivo, perchè, anche se estasiato, sei pienamente consapevole che forse non lo rivedrai più dal vivo.
La frase che mi ha maggiormente colpito è stata: "Renoir e i suoi amici si stavano rendendo conto che anche nei suoi aspetti più banali la vita è una continua magia".
Sono rimasto fermo per molto tempo a leggerla e rileggerla, e mi è rimbalzata in mente continuamente per tutto il tempo trascorso dentro il museo. Guardavo i quadri e le fotografie cercando di cogliere dove e come Renoir ed i suoi amici avessero "vissuto" la magia e, visti con attenzione, la cogli e la percepisci ovunque nelle sue opere. Questa frase, a seconda del singolo individuo, può significare Tutto o Nulla. Tutto o nulla a seconda che si creda o meno a Babbo Natale.
Credere a Babbo Natale non significa credere che possa esistere qualcuno che, contravvenendo a qualche legge della Fisica, sia in grado di consegnare doni in giro per il mondo in poche ore. Credere a Babbo Natale è un modo di vivere. Significa sognare e sapersi meravigliare, guardare le cose e le persone con occhi diversi. Significa essere allegri e trovare sempre una ragione per sorridere. Significa essere alla ricerca del bello, bello per gli occhi e per l'anima.
Ci sono persone che sanno tirare fuori il lato Bello, poetico e romantico da ogni cosa e soprattutto dalle persone che le circondano. Persone che sanno sorridere anche dopo una settimana di pioggia, persone che si entusiasmano quando vanno a prendere un pezzo di focaccia al vecchio forno, persone che rendono entusiasmante la più piccola e semplice passeggiata o una chiacchierata attorno ad un tavolo.. Se provaste a chiedere a queste persone se credono o meno a Babbo Natale, vi risponderanno di si, magari in altre parole, ma il concetto di fondo rimarrà quello. Se ci capita di trovare queste persone, rare ed uniche a modo loro, occorre fare di tutto per tenersele strette strette ed imparare a sognare con loro.
Solo una persona convinta che la magia si nasconda ovunque poteva dipingere delle simili apoteosi di colori, anche se Renoir affermava scherzosamente che l'impressionismo nacque quando una mattina,  uno "di loro", rimasto senza nero, si servì del blu. 
Sono anni che ho un pensiero in testa: se potessi, la prima domanda che porrei ad una persona appena conosciuta, invece di "come ti chiami?", sarebbe: "Credi a Babbo Natale?".
Quale periodo dell'anno migliore di questo per iniziare a porre questa domanda?



La colazione dei canottieri (Le déjeuner des canotiers)



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