giovedì 19 dicembre 2013

Eau de toi...

Il mondo che ci circonda è qualcosa di straordinario. Colori vivaci che fanno brillare gli occhi, suoni e melodie naturali che sembrano provenire direttamente da un qualche paradiso, la sensazione di robusta durezza di un tronco di albero, la freschezza e la dolcezza di un frutto.
Siamo noi la misura delle cose, tutto è fatto per noi. Ma c’è una sensazione, un senso, un modo di comunicare con il mondo esterno del quale proprio non possiamo fare a meno.
Non ci credete? Bene. Seduti immobili, bocca chiusa, occhi chiusi e mani ben ferme nel tappare le orecchie.

Udito, vista, tatto, gusto sono azzerati. Tutti, eccetto un senso che proprio non possiamo azzerare: l’olfatto.
L’olfatto è l’unico dei cinque sensi che proprio non possiamo fermare perennemente, perché legato indissolubilmente al nostro bisogno di respirare, e pertanto il nostro modo principe di conoscere il mondo è proprio quello: sentire i profumi.
Vedete, al mondo c’è gente, i cosiddetti “nasi”, che viene pagata (è il caso di dirlo) “profumatamente” per l'incredibile capacità di riconoscere i profumi, l’innata abilità di distinguere note di testa e altre componenti olfattive dei profumi; certo, molto poco avrebbe da competere con chi, come noi, riconosce l’odore della cucina di nonna anche da fuori il portone di casa, ma questo è un altro discorso ;).
Vedete, una cosa  che penso ci accomuni tutti è la capacità di associare le persone e i profumi ( e in alcuni casi, ahimè,  le persone e gli odori sgradevoli), e molto spesso quel profumo è tipico di quella persona, ed è ben diverso dall’essere opera di uno stilista famoso.
Ognuno di noi ha delle molecole che sono solo sue, un po’ come il dna, che ci distinguono dagli altri e ci rendono rintracciabili, tracciano il nostro passaggio in un ambiente in modo abbastanza insindacabile, e io per questo mi ritengo proprio un buon segugio!
Spesso riesco a identificare il passaggio di alcune persone in delle zone “aguzzando il naso”, e proprio raramente sbaglio. E questo post nasce, infatti, da questo mio amore per i profumi.
Vedete, le persone che ci sono antipatiche hanno un profumo che noi praticamente sempre assoceremo a qualcosa che non ci è gradito, così come il profumo dei nostri amanti sarà qualcosa di abbastanza indelebile nella memoria olfattiva dei nostri recettori. Ci sono profumi che stimolano il nostro interesse, altri che ci inebriano e altri che, invece, ci lasciano completamente indifferenti. Per me, ad esempio, il profumo di alcuni miei amici è inconfondibile, così come quello di altre persone a me care, e riesco ad individuarlo anche quando coperto da litri di Paco Rabanne o di Chanel. Più di una volta ho cercato il proprietario di qualche capo di abbigliamento avvicinandolo al naso…

Se volete, uscite all’aperto, chiudete gli occhi e prendete una bella boccata di inverno adesso, poi prendete la stessa boccata di inverno il 24 dicembre notte, e vi accorgerete che “Christmas is all around”, che un profumo molto diverso vi colpirà insieme al brivido di qualche grado sotto zero.
Chiaramente questo post non vuole essere un’ode al naso, e in particolare al mio naso, ma un invito a respirare un po’ delle persone che ci sono vicine. Può essere un invito a stringere un cuscino chiudendo gli occhi e respirando, o anche a pensare a chi ci è caro ed accorgersi che, magicamente, il nostro naso respirerà il suo profumo anche a chilometri o vite di distanza. Un profumo porta con sé uno sguardo, un sorriso, il brivido di due mani sfiorate, la soave musica di parole sussurrate nelle orecchie…


Breathe...



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