venerdì 19 luglio 2013

Che forma ha la vita?

Oggi, mentre ero in macchina, ho avuto la fortuna di ascoltare alla radio l'intervento del nostro caro astronauta Luca Parmitano in diretta dallo spazio, che al Presidente del Consiglio sottolineava la bellezza dell'Italia vista dall'alto, con la sua inconfondibile forma "a stivale" (che tante volte, però, sembra usare sul nostro didietro) e la sua stupenda unità, alla faccia di tanti secessionisti governanti e di tante persone che gridano al distacco nord-sud.
Ma il post non vuole avventurarsi su dissertazioni di natura politica, bensì su una cosa che mi ha fatto riflettere: la capacità dell'uomo di rintracciare le forme in natura.
La penisola italiana, infatti, è identificata come lo stivale, un po' come Eritrea, Etiopia, ecc... sono identificate come corno di quello strano essere che è l'Africa, e così via.
L'uomo ha da sempre rintracciato negli splendidi disegni della natura qualcosa che fosse vicino al razionale, chiudendo all'interno di contorni certi qualcosa che in realtà è soltanto il risultato di processi fisico-chimici.
Pensate, per esempio, alla bellezza delle costellazioni, composte da stelle lontanissime, probabilmente già mutate in forma oppure morte, ma che nel cielo disegnano da secoli forme stupende che prendono il nome di animali, di oggetti, di personaggi mitologici, di segni zodiacali. L'uomo ha da sempre cercato di formare la natura a sua immagine e somiglianza, e quando non ci è riuscito per una certa impossibilità ha cercato di rintracciare in essa forme che fossero famigliari, per poter riprodurre magari un concetto con un simbolo, o per potersi meglio muovere nel mondo, oppure semplicemente perché in un momento di follia si è abbandonato alla favolosa macchina della fantasia.

E' così che, in un momento di amore, le nuvole diventano cuori, in un momento di riflessione le montagne assumono i contorni di belle addormentate o di scimmie, in un momento di rabbia tutto ci ricorda la persona che in quel momento odiamo di più...
Cercare di identificare una sorta di razionalità in natura significa da una parte lasciarsi avvolgere dall'idea che forse c'è qualcuno che si diverte a stuzzicarci con degli splendidi disegni, un po' come quando noi con pochi tratti su un foglio cerchiamo di far indovinare una parola al nostro compagno di squadra di Pictionary; dall'altra invece, scopre il desiderio dell'Uomo di poter controllare qualsiasi cosa, di poter associare ad ogni oggetto in natura un proprio aggettivo, di poter decifrare senza difficoltà quel magnifico mondo che gli si pone davanti agli occhi, cercando di conoscere i caratteri nei quali il mondo è scritto in forma "di triangoli, cerchi ed altre figure geometriche.
Ma perché cercare per forza di dare una spiegazione a qualcosa davanti alla quale dovremmo solo e semplicemente restare senza parole? Perché ridurre delle trasformazioni millenarie di idrogeno, oppure dei cumuli di vapori, a carretti sgangherati o animaletti da vecchia fattoria?? In effetti è davvero molto divertente rintracciare delle forme nelle cose, presuppone una certa elasticità mentale e un cervello sempre in moto, sempre pronto a captare delle sensazioni dall'esterno, sempre nell'atto di studiare, capire, cercare, conoscere, indagare, trovare, formare, delineare, calcolare, scrivere, guardare, elaborare, pensare, disegnare, dedurre, manipolare, descrivere...
Basta, una nuvola è solo una nuvola. Guardala. E respira.


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