Telefono,casa.
Alzi la mano, anzi, alzi
l'indice chi non conosce questa frase. No, non parliamo né di
stupidissimi call center che vi offrono chiamate gratuite per il
Botswana, né tanto meno di pinguini rapper che, con una operazione
pubblicitaria da fare invidia al signorino “Buonasera”,
instillano ritmi sincopati che manco la Hit Mania Dance di Mauro
Miclini.
Sto ovviamente
riferendomi a quel bell'esserino venuto da lontano: ET.
L'extraterrestre per eccellenza, l'alieno stereotipato così lontano
dai marziani di Mars Attack, dagli esseri di Independence Day o dai
venusiani di Adamsky, un essere quasi rassicurante nella sua
ingenuità.
Beh, in un giorno come
questo non poteva mancare un post del genere, visto che anche mamma
Google ha deliziato la nostra giornata con quel favoloso giochino su
Roswell (ad oggi solo un pensiero mi frulla in testa, e ve lo dico
in hashtag: #iovogliolavorarealladivisionedoodledigoogle), e qualcuno
ha forse rischiato il licenziamento pur di ricomporre la navetta del
grigio e farlo ripartire verso chissà quale Terra lontana.
Una domanda del genere
trova tutti impreparati, e allo stesso tempo tutti capaci di una
risposta, più o meno filosofica, più o meno scientifica, più o
meno fantastico-cinematografica. Pensate che c'è chi ha risposto con
una equazione, detta Equazione di Drake, alla possibilità che vi
siano altre vite oltre la nostra, e altre case oltre la nostra, e
magari altre IMU insieme alla nostra ;) ( e pensate che qualcuno ha
applicato la stessa equazione per vedere quante sono le anime gemelle
possibili nel proprio territorio!!!): potere e meraviglia della
scienza e delle capacità umane di ridurre il mondo ad un libro fatto
di quadrati, e forme e equazioni.
Ora da me che risposta
volete, quella da ormai ex ufologo consumato o quella da persona
“normale”? Beh io vi dico che secondo me tanto soli non possiamo
essere, sapete che noia! Eppure dico, allo stesso tempo, che la
possibilità, fosse anche remotissima, di essere in contatto con
qualcun altro un po' mi spaventa, acido deossiribonucleico a parte...
Non è razzismo, lungi da
me esserlo, ma è qualcosa di talmente strano da non essere
pienamente spiegabile. Voi come vi comportereste con un alieno se,
per caso, riuscisse a mettersi in contatto con voi? Scartiamo il
comportamento dettato da film e altro, ossia rapimenti, ecc..., ma
pensiamo solo ad un puro incontro ravvicinato del terzo tipo
“amichevole”, uno di quelli della serie “conosciamoci meglio”,
un blind date con i grigi dai begli occhioni.
Bene. Raccontami la tua
vita.
Io sono umano, noi
viviamo su questo pianeta che si chiama Terra. Io mi chiamo Angelo e
nella vita faccio...sono ingegnere (meglio di sicuro che spiegargli
il dottorato di ricerca, concetto alieno anche forse al MIUR).
Ho 25 anni, vivo con la
famiglia, ossia tante persone che hanno in comune tante
caratteristiche, si somigliano. Ho una fidanzata, una persona con
tante cose in comune, che ti somiglia (ecco, adesso mi sento come
Renato Pozzetto che descrive al cieco Ezio Greggio il Duomo di Milano
e le case allo stesso modo)...
E tu, chi sei? Da dove
vieni?
E lì giù di
descrizione, di cosa vengono a fare, di perchè proprio me...
E perchè siete qui?
Il nostro pianeta sta
morendo. Il nostro popolo lo sta distruggendo, guerre, il pianeta sta
esaurendo le sue risorse...Dobbiamo cercare una via di fuga, vogliamo
continuare a vivere...
Ma non avete tecnologie
avanzate?
Sì le abbiamo, ma esseri
senza scrupoli le usano male, o non le usano affatto, e stanno
portando il nostro mondo alla rovina, abbiamo bisogno di un
aiuto...Forse sì, forse è per questo che ci siamo incontrati...
Dovete aiutarci o non ce la faremo...
Stay.
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