martedì 9 luglio 2013

I'm an alien, I'm a legal alien!

Telefono,casa.

Alzi la mano, anzi, alzi l'indice chi non conosce questa frase. No, non parliamo né di stupidissimi call center che vi offrono chiamate gratuite per il Botswana, né tanto meno di pinguini rapper che, con una operazione pubblicitaria da fare invidia al signorino “Buonasera”, instillano ritmi sincopati che manco la Hit Mania Dance di Mauro Miclini.
Sto ovviamente riferendomi a quel bell'esserino venuto da lontano: ET. L'extraterrestre per eccellenza, l'alieno stereotipato così lontano dai marziani di Mars Attack, dagli esseri di Independence Day o dai venusiani di Adamsky, un essere quasi rassicurante nella sua ingenuità.
Beh, in un giorno come questo non poteva mancare un post del genere, visto che anche mamma Google ha deliziato la nostra giornata con quel favoloso giochino su Roswell (ad oggi solo un pensiero mi frulla in testa, e ve lo dico in hashtag: #iovogliolavorarealladivisionedoodledigoogle), e qualcuno ha forse rischiato il licenziamento pur di ricomporre la navetta del grigio e farlo ripartire verso chissà quale Terra lontana.
La domanda che tutti, almeno una volta nella vita, ci siamo posti è: ma siamo davvero soli nell'universo????
Una domanda del genere trova tutti impreparati, e allo stesso tempo tutti capaci di una risposta, più o meno filosofica, più o meno scientifica, più o meno fantastico-cinematografica. Pensate che c'è chi ha risposto con una equazione, detta Equazione di Drake, alla possibilità che vi siano altre vite oltre la nostra, e altre case oltre la nostra, e magari altre IMU insieme alla nostra ;) ( e pensate che qualcuno ha applicato la stessa equazione per vedere quante sono le anime gemelle possibili nel proprio territorio!!!): potere e meraviglia della scienza e delle capacità umane di ridurre il mondo ad un libro fatto di quadrati, e forme e equazioni.
Ora da me che risposta volete, quella da ormai ex ufologo consumato o quella da persona “normale”? Beh io vi dico che secondo me tanto soli non possiamo essere, sapete che noia! Eppure dico, allo stesso tempo, che la possibilità, fosse anche remotissima, di essere in contatto con qualcun altro un po' mi spaventa, acido deossiribonucleico a parte...
Non è razzismo, lungi da me esserlo, ma è qualcosa di talmente strano da non essere pienamente spiegabile. Voi come vi comportereste con un alieno se, per caso, riuscisse a mettersi in contatto con voi? Scartiamo il comportamento dettato da film e altro, ossia rapimenti, ecc..., ma pensiamo solo ad un puro incontro ravvicinato del terzo tipo “amichevole”, uno di quelli della serie “conosciamoci meglio”, un blind date con i grigi dai begli occhioni.

Bene. Raccontami la tua vita.

Io sono umano, noi viviamo su questo pianeta che si chiama Terra. Io mi chiamo Angelo e nella vita faccio...sono ingegnere (meglio di sicuro che spiegargli il dottorato di ricerca, concetto alieno anche forse al MIUR).
Ho 25 anni, vivo con la famiglia, ossia tante persone che hanno in comune tante caratteristiche, si somigliano. Ho una fidanzata, una persona con tante cose in comune, che ti somiglia (ecco, adesso mi sento come Renato Pozzetto che descrive al cieco Ezio Greggio il Duomo di Milano e le case allo stesso modo)...

E tu, chi sei? Da dove vieni?

E lì giù di descrizione, di cosa vengono a fare, di perchè proprio me...

E perchè siete qui?

Il nostro pianeta sta morendo. Il nostro popolo lo sta distruggendo, guerre, il pianeta sta esaurendo le sue risorse...Dobbiamo cercare una via di fuga, vogliamo continuare a vivere...

Ma non avete tecnologie avanzate?

Sì le abbiamo, ma esseri senza scrupoli le usano male, o non le usano affatto, e stanno portando il nostro mondo alla rovina, abbiamo bisogno di un aiuto...Forse sì, forse è per questo che ci siamo incontrati... Dovete aiutarci o non ce la faremo...

Ed è a questo punto che l'umano si inginocchia.

Stay.




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