Questo post è nato già qualche tempo fa, ma altri impegni di
scrittura ( e alcuni lettori sanno di cosa parlo ) mi hanno tenuto lontano
dallo scriverlo. Oggi, visto che un po’ di tempo ce l’ho, ho deciso di mettere
nero su bianco quello che ormai mi gira in testa da più di una settimana.
Tutti noi, chi più chi meno, abbiamo vissuto una parte dei
nineties, ossia i favolosi anni ’90. Certo, tutti i decenni sono favolosi: e i
favolosi anni ’60 perché c’era la Pavone, e i favolosi ’70 perché c’era il
rock, e i favolosi anni ’80 perché si andava a ballare con la camicia con le
punte e i pantaloni cipria come John Travolta ( ah, magari fossi nato quel
periodo )… e io dico i favolosi anni ’90, anche se devo dire che anche il 2000
non è stato male.
Ecco, in quegli anni noi giovincelli del 1987, come si dice,
abbiamo fatto lo sviluppo. Era il periodo in cui si iniziavano a guardare le
ragazze, e soprattutto il periodo in cui si guardavano le bellissime attrici e
modelle della tv, belle, precise e…magre!
Si dico magre, ma nell’accezione negativa. Era un po’ il
periodo in cui si iniziava anche a sentire fortemente parlare dei problemi
alimentari, tutto pur di assomigliare a quella modella lì o quella attrice lì. Non
sono esperto del settore, non ho mai avuto problemi di quel tipo (no, proprio
no!) e non voglio scrivere uno di quei post critici, ma voglio fare una
riflessione.
Gli anni ’90 erano anche gli anni dei paparazzi, della
privacy a tutti i costi, ed era nella solitudine di una stanza che questi
problemi crescevano. Gli amici si vedevano sotto casa, al mare, ma il più delle
volte i pasti erano in casa; guai a tirare fuori foto della discoteca, guai a
far vedere ai genitori atteggiamenti lontani dalla castità domestica, GUAI!!!!
Bene. I favolosi anni ’90 se ne sono andati ormai da un bel
po’. La privacy, probabilmente, con loro.
Finito il periodo dei rullini, delle telecamere con
videoregistratore a spalla, finito il silenzio. Smartphone, fotocamere,
divertimento, e soprattutto il binomio che io penso sia caratteristico di
questa gioventù: social e happy hour.
La mia riflessione nasce dall’osservazione di quelle che
definisco “trippette da happy hour”, ossia le pancette che ragazzi e ragazze
mostrano al mare (ovviamente non mi riferisco a prominenti epe!), senza aver
vergogna di nulla. Vedete, la pancetta è sinonimo di chi prende la vita con
leggerezza, di chi sa divertirsi, di chi vive social. Al giorno d’oggi la
parola d’ordine è share, ossia condividere. Si esce con gli amici, aperitivo,
foto, Instagram, Facebook, Twitter, Google plus e chi più ne ha più ne metta….
L’aspetto più bello del social è che, ormai, si è portati a vivere in branco,
fuori da quella prigione che era la camera da letto degli anni ’90, lontano dal
riflesso di quello specchio che ogni giorno rifletteva una immagine più bella,
ma più brutta; come direbbe un coautore del blog:” se non sei social sei fuori!”,
ed è verissimo. Ormai avere Facebook o simili è obbligatorio, e le persone che
non pubblicano si pensa siano rinchiuse in qualche eremo su Morrone a
flagellarsi con del cilicio, invece che ad ubriacarsi con del Mojito.
Abbiamo trovato la nostra dimensione in uno spazio che di
dimensioni non ne ha, e al contempo ne ha infinite: il web. La popolarità che
una volta si misurava con il vociferare nei corridoi ora si misura in menzioni
su Twitter, in numero di amici su Facebook, in +1. E, in fondo, è bello così.
Le persone non vogliono, e non possono far vedere di essere
sole e tristi, non va bene. E così si esce, si cena fuori, si prende lo spritz
con rustici che poco importa siano di tre o quattro giorni prima, perché al
massimo ci sentiamo male tutti insieme. Si esce a prendere una birra, si va a
mangiare a quella sagra piuttosto che a quell’altra, si ride, si scherza, e si
mette la pancetta. E, cosa ancora più bella, la fatidica frase “prova costume”
ormai non la dicono seriamente nemmeno più i giornali!!!
Io, dico la sincera verità, adoro la trippetta da happy
hour, perché alla fine qualifica una persona.
Il palestrato, ad esempio, è quello che spende tutto in
prodotti per il proprio corpo, sta 8,9 ore in palestra, e al compleanno ti
regala un cronometro, così puoi prendergli i tempi delle prestazioni.
Il ragazzo con la pancetta, o la ragazza con la pancetta, è
quella che non si nega l’uscita con gli amici, che si diverte, che se la inviti
a cena non fa la tignosa… insomma è social!
Alla fine le nonne avevano ragione a dire di prendere quelle
con i fianchi larghi, ma più che per il parto per tutto quello che viene prima
;) .
E poi, in fondo in
fondo, ci interessa qualcosa di quei chiletti di più? Alla fine lo specchio ci
serve davvero?A me sì, per vedere se sono sporco di gelato!
Cheers
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