domenica 27 aprile 2014

Riflessioni

Riporto una piccola parte di un discorso di Benjamin Zander, direttore d'orchestra e famoso oratore.



Ho una definizione di successo. È molto semplice. Non riguarda la ricchezza, la fama e il potere. Dipende da quanti occhi brillano attorno a noi.
Ho un pensiero che esprime quanto quello  che diciamo faccia la differenza.
Le parole che escono dalle nostre labbra. Ho imparato questo da una superstite di Auschwitz, una dei pochi. Arrivò ad Auschwitz quando aveva 15 anni e suo fratello ne aveva  otto. I suoi genitori erano dispersi.
Mi disse:"Eravamo sul treno per Auschwitz e ho notato che mio fratello non aveva le scarpe. E dissi:"Sei così stupido, non riesci nemmeno a non perdere le tue cose! Nel modo in cui una sorella maggiore si rivolge ad un fratello minore".
Purtroppo è stata l'ultima cosa che gli ha detto perché non l'ha mai piu rivisto. Lui non si salvò. 
Così, quando uscì da Auschwitz, fece una promessa. Mi disse:" Uscendo da Auschwitz verso un nuovo inizio, feci una promessa. Promisi che non avrei mai più detto nulla che potesse essere l'ultima di tutta la mia vita"

Non aggiungo nulla.

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