venerdì 18 aprile 2014

I'm singing in the rain...

Domenica sera sono rimasto affascinato dalle spledide parole pronunciate dall'astronauta italiano Luca Parmitano in una conversazione con Fabio Fazio.
Definirlo "ispirante" è riduttivo.




Ricollegandosi all'intervista precedente al Presidente Napolitano afferma: "Il Presidente ha usato un'espressione che mi ha colpito, ha detto: siamo stati sfiorati dal vento della storia e non ce ne siamo accorti. Io invece sento, adesso in questo momento, che il vento della storia sta soffiando fortissimo.
In Italia c'è un'opportunità straordinaria che è quella di spiegare le ali e farsi trasportare da questo vento della storia ed esserne protagonisti. Credo che ci sia la possibilità di raccontare una storia, una storia di opportunità.
Io sono siciliano, sono nato in quella che viene considerata periferia dell'Europa.
Penso al mio percorso che dalla Sicilia mi ha portato, attraverso l'Italia, attraverso l'Europa, fino allo spazio. L'agenzia spaziale europea non ci sarebbe se non ci fosse l'Europa. Io non ci sarei arrivato senza gli sforzi di tutti gli italiani.

Queste parole sono davvero eccezionali e vanno a calcare quelle pronunciate in un famoso discorso da Albert Einstein: " La crisi è la migliore benedizione che può arrivare a persone e Paesi, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dalle difficoltà nello stesso modo che il giorno nasce dalla notte oscura. E’ dalla crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. [...] Senza crisi non ci sono sfide, e senza sfida la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non ci sono meriti. E’ dalla crisi che affiora il meglio di ciascuno, poiché senza crisi ogni vento è una carezza."

Noi giovani, dovremmo prendere queste parole, di Parmitano e di Einstein, e farne tesoro. Quale insegnamento più grande possono fornirci persone cosi "Immense", che hanno fatto e che faranno la Storia dell'uomo?

Poi Fazio gli chiede: "Che cosa ti manca di più di quei sei mesi nello spazio?"
E Parmitano: "E' una domanda difficilissima.. perché mi manca tutto. Mi manca la vita nello spazio. Lo sguardo privilegiato dell'occhio dell'astronauta è una componente fondamentale della vita di un astronauta in orbita."

 Successivamente Fazio, con le sue domande sempre, a parer mio, curiose e quasi timide col suo modo di porle, ma le stesse che avrei posto ad ognuno dei suoi ospiti, chiede: "Sai cosa mi chiedo? Se uno quando torna può continuare a guardare le cose nello stesso modo oppure è come se ti manca una dimensione, ovvero come aver conosciuto la cosa più dell'Universo e poi non averla più."
Parmitano:"Sicuramente ti cambia, ti cambia la visione, ti cambia il modo di vedere le cose, anche quelle più semplici. Sai qual è la differenza? Vivere in orbita significa vivere anche la cosa più mondana in modo straordinario e qui sulla terra invece, mi sono reso conto che, adesso, guardo la cosa più ordinaria con uno sguardo di straordinarietà. Me ne rendevo conto qualche giorno fa a Houston, guardando una pioggia molto forte. Ho sentito questo rumore scrosciante della pioggia che non sentivo da tempo. Magari questo può non piacere perché uno potrebbe avere voglia di fare una passeggiata... ma nello spazio non c'è, non si può vedere. Dallo spazio vediamo i lampi ma non possiamo sentire nulla."




Quanto è meraviglioso quello che ha detto:"Guardo la cosa più ordinaria con uno sguardo di straordinarietà".

E lì mi sono chiesto: perché l'uomo apprezza maggiormente le cose dopo averle perse? Perchè dobbiamo aspettare di non avere più un Amico, un Amore, una città.. o qualsiasi altra cosa per poterne sentire la mancanza? Non vi capita mai di sentire la mancanza di una persona nonostante ce l'abbiate accanto? A me capita spesso, tutte le volte in cui sono intenzionato a godermi totalmente gli attimi passati con le persone care, perchè so che quando andrò lontano da loro mi mancheranno moltissimo.

Luca Parmitano prosegue poi parlando di quella che rintengo essere la prima caratteristica che distinque l'uomo dagli altri animali, l'essere curiosi.
Alla domanda di Fazio: "Perché dobbiamo mettere i piedi su Marte?"
Parmitano: "Ci sono due motivi. Uno, è nella nostra natura, nella natura dell'esplorazione. A noi non basterà mai avere una foto, noi vogliamo sprofondare i piedi nella sabbia per poi vedere cosa ci sia dietro quel pianeta.
La seconda è più filosofica. Quando noi pensiamo a quello che ha fatto l'uomo nell'arco della sua evoluzione. Noi siamo l'homo sapiens. Abbiamo guardato i pesci ed abbiamo imparato a nuotare, abbiamo guardato gli uccelli e abbiamo imparato a volare nel cielo, poi ad un certo punto ci siamo innalzati al di sopra della natura e siamo andati nello spazio, dove non c'è nulla che ci abbia potuto insegnare a farlo. Questo ci ha fatto superare la nostra condizione e un giorno ci evolveremo in un altro tipo di uomo e andremo lì su Marte a fare quelle foto."

Del resto, come esclama Al Pacino in Profumo di donna: "Se smetti di essere curioso sei bello che morto"


La prossima volta che un acquazzone estivo vi travolgerà, cosa farete? Vi riparete sotto un balcone?

Io no. Ho in mente qualcos'altro...


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