giovedì 30 gennaio 2014

Facciamo una gara?


Spesso si sente dire che l'amicizia dovrebbe essere un "dare ed avere".
Esistono tantissime citazioni  su di essa e sull'insieme di valori che dovrebbe contenere e rappresentare. 

L'altra mattina mi son svegliato abbastanza riflessivo sul tema dell'Amicizia, conseguenza forse del fatto che mi aveva contattato l'Amico dall'Australia e che stavo per andare ad un concerto con l'altro Amico. 
Vagando con la mente tra i ricordi che mi legano a questi due ragazzi ed il possibile futuro che ci attende,  mi è tornata in mente una scena alla quale ho assistito a Settembre e nella quale, ovviamente, non ho saputo trattenere la voglia di immortalare quell'istante cosi poetico.



  
C'erano due Amici, (i due che nella foto si trovano a sinistra e a destra) seduti uno accanto all'altro, che chiacchieravano con una voce dolce e delicata, tanto che facevi fatica a sentirli. Poco dopo, alle loro spalle, arriva il terzo Amico. I due di prima si allargano e creano lo spazio per far sedere il terzo amico tra di loro. Entrambi gli porgono la mano per aiutarlo a scendere quel gradone ed il terzo Amico, con molta lentezza, quasi con timore, scende il gradone e si siede in mezzo ai due Amici.
Ho scattato questa fotografia dopo essermi goduto la scena.

Quanti di noi hanno mai sognato di ritrovarsi, a 70-80 anni, assieme ai propri migliori amici? 
Come si può conservare un'amicizia per così tanto tempo?
Un modo potrebbe essere quello di smettere di pensare che l'amicizia sia un "dare e avere" e convincersi che l'amicizia sia una "gara a chi dà di più".
E quel "dare" non fa assolutamente riferimento a cose materiali.

Quando troveremo "un" amico che vorrà fare a gara con noi, toglieremo "un" e lo chiameremo "l'Amico".

E fidatevi, sarà una gara che durerà una vita.


Ps. E voi, state gareggiando con qualcuno?

domenica 26 gennaio 2014

Le giuste proporzioni


Un uomo, mediamente, impiega due anni per imparare a parlare...

Pochi giorni fa, su YouTube, mi sono imbattuto in Ernesto Sirolli, un affascinante sessantenne baffuto (nato in Italia) che ha lavorato in giro per il mondo raccongliendo onorificenze e successi ovunque.
Il titolo del suo discorso, tenuto sul palco di un TED, é: "Vuoi aiutare qualcuno? Sta zitto e ascolta!"

Ernesto inizia il suo appassionato discorso affermando che qualsiasi cosa abbia fatto nella  vita sia stata una conseguenza delle esperienze maturate durante dei progetti di cooperazione tra Italia ed Africa. Dal 1971 al 1977, Ernesto ha lavoravato per un'Organizzazione non governativa tra Zambia, Kenya, Costa d'Avorio e Somalia.
Egli racconta come ogni singolo progetto in Africa abbia avuto esiti fallimentari e come ogni volta egli ne sia venuto fuori distrutto.

venerdì 17 gennaio 2014

Blog??? Blo...che???

Questo post è un po’ particolare, in quanto potrebbe servire da risposta a quanti si chiedono: ma perché tenere un blog?

Da wikipedia: “Nel gergo di Internet, un blog è un particolare tipo di sito web in cui i contenuti vengono visualizzati in forma cronologica. In genere un blog è gestito da uno o più blogger che pubblicano, più o meno periodicamente, contenuti multimediali, in forma testuale o in forma di post, concetto assimilabile o avvicinabile ad un articolo di giornale. Il termine blog è la contrazione di web-log, ovvero "diario in rete".”

Ok, la cara vecchia Wiki ha sempre una risposta per tutto, e la definizione più scolastica di un blog è proprio questa.
Al giorno d’oggi la rete è popolatissima di questi particolarissimi siti, vuoi perché in questo modo si riesce a coltivare la passione della scrittura in forma estemporanea, vuoi perché ad oggi potrebbe essere un ottimo metodo per affacciarsi ad una professione giornalistica, o addirittura per fare qualche soldino in più.
Più di una volta, per quanto mi riguarda, ho notato che i blog “specifici”, ossia quelli di fotografia, i fashion blog, make-up blog, techno-blog, ecc… riscuotono un successo clamoroso, soprattutto perché hanno avuto la capacità, la voglia, il tempo e il denaro per investire nella coltivazione di una passione che ormai è diventata un lavoro.
Però…

“Il termine blog è la contrazione di web-log, ovvero "diario in rete".”

Forse proprio questa parte di definizione serve a capire perché io, e noi, “non ci stiamo”.
Chi di noi, in un diario, scrive recensioni di prodotti? Oppure recensioni di film? Penso proprio nessuno…

martedì 7 gennaio 2014

I sogni segreti di Walter Mitty



Tra i film presenti al cinema durante il periodo Natalizio, quello che ha attirato maggiormente l'attenzione e la curiosità delle persone è stato senz'altro il nuovo lavoro, o per meglio dire, capolavoro, di Ben Stiller. Il motivo di tale curiosità è dovuta all'ingiusto paragone che in molti hanno fatto con Forrest Gump.
Si parla de I sogni segreti di Walter Mitty. 
Walter (Ben Stiller) lavora alla rivista Life, dove ricopre da sedici anni il ruolo di Editor fotografico. Attraverso le sue mani passano gli scatti provenienti da tutto il mondo, quelli che andranno a costituire le copertine e gli articoli del magazine. La vita di Walter scorre noiosa e ripetitiva fin quando non viene smarrito lo scatto 25 della pellicola spedita da Sean O'Connor, forse il più grande fotografo che lavora per Life. Nella lettera che accompagna la pellicola, Sean afferma che lo scatto 25 rappresenta la "quintessenza" della vita, il suo scatto più bello. Il problema è rappresentato dal fatto che quello scatto dovrà costituire l'ultima copertina della rivista, la quale è destinata a chiudere perchè non riesce più ad essere competitiva nell'era di internet.


Inizia così la ricerca dello scatto 25 che porterà Walter a vivere delle avventure meravigliose.
La presentazione del film è volutamente povera e poco entusiasmante. Il film va visto. Come detto, è ingiusto paragonarlo a Forrest Gump. Forrest, lo chiamiamo così perché è nostro amico, ci siamo cresciuti, ci ha fatto capire cos'è l'amore, l'amicizia e la fedeltà. Forrest è un'opera d'arte, un capolavoro che narra quarant'anni di storia americana, e lo fa attraverso gli occhi di Forrest, uno che tutti quanti vorremmo avere come migliore amico.

giovedì 19 dicembre 2013

Eau de toi...

Il mondo che ci circonda è qualcosa di straordinario. Colori vivaci che fanno brillare gli occhi, suoni e melodie naturali che sembrano provenire direttamente da un qualche paradiso, la sensazione di robusta durezza di un tronco di albero, la freschezza e la dolcezza di un frutto.
Siamo noi la misura delle cose, tutto è fatto per noi. Ma c’è una sensazione, un senso, un modo di comunicare con il mondo esterno del quale proprio non possiamo fare a meno.
Non ci credete? Bene. Seduti immobili, bocca chiusa, occhi chiusi e mani ben ferme nel tappare le orecchie.

domenica 15 dicembre 2013

Una capra che suona il violino


“Notting Hill, il mio angolo di Londra preferito. C'è il mercato, dove nei giorni feriali si vende ogni genere di frutta e verdura noto all'uomo. La bottega del tatuaggio, con fuori un tizio che si è ubriacato e ora non ricorda perché si è fatto incidere "Sono pazzo di Ken". I parrucchieri radicali, dove tutti quelli che escano sembrano una delle Spice Girl versione i capelli sono miei e me li gestisco io. E poi all'improvviso è il fine settimana, dall'alba centinaia di bancarelle sbucano fuori dal nulla, affollando Portobello Road fino a Notting Hill Gate e dovunque guardi migliaia persone comprano milioni di oggetti di antiquariato, alcuni autentici, altri... non proprio autentici.”

Inizia così la commedia romantica del 1999, Notting Hill, interpretata da Julia Roberts e Hugh Grant.

venerdì 13 dicembre 2013

L'amore al tempo delle emoticon

Tutti, ma proprio tutti, sanno cosa sono gli smiley, o le emoticon. Sono le famose “faccine”, l’unico modo che hanno i giovani d’oggi per usare la punteggiatura in modo pseudo-corretto, e per corretto intendo al fine di generare qualcosa di senso compiuto.
È ormai un qualcosa entrato nel quotidiano, la faccina triste con il punto e virgola e la parentesi, il bacino con l’asterisco sono diventati veri e propri sostituti dell’alfabeto. Espressivi, istantanei, di interpretazione facile se rimaniamo nel girone dei famosi, di quelli che almeno hanno una simbologia riconoscibile per gli occhi. Un compendio di sentimento, il Bignami dell’umano feeling, lo stato d’animo nella sua essenza più sintetica…
Ed ecco che “minore di tre” diventa un cuore, ecco che l’apostrofo che faceva piangere le maestre quando compariva sul “qual è” diventa una lacrima per colpa di un destino già scritto, una parentesi può sorridere o rattristarci peggio di una espressione matematica… Ma può, può un bacio racchiudersi tutto in un asterisco?