lunedì 10 giugno 2013

Sliding doors


Sì, lo confermo: ho una mente malata.
Chiunque ha giornalmente in mente tante cose, le sente alla tv, per lavoro, per passione. Ma le passioni sono, solitamente, qualcosa di rilassante; le parole che ogni tanto vengono in mente così, quando non si pensa a nulla, sono sicuramente legate al quotidiano, o a qualcosa che abbiamo vissuto e che sì è stabilito nel nostro inconscio, pronto a venire a galla.
Freud lo diceva, nulla avviene per caso, soprattutto perchè, come gli antichi latini insegnano ( a me no, visto che non ho studiato latino ;P ) :”Faber est suae quisque fortunae”, ognuno è artefice del proprio destino, quindi quello che noi pensiamo sia un deja- vù o simili potrebbe benissimo essere che lo abbiamo causato noi.
Quindi, adesso, proviamo a pensare a caso ad una parola, insieme.
Ecco, a molti sarà venuta in mente una parola di una canzone, Facebook, ecc...
Fortunati voi, a me l'altro giorno è venuto in mente questo: entanglement.
Ecco spiegato il meraviglioso preambolo che sembra essere il degno anticipo di un ricovero neuropsichiatrico.
Molti di voi forse non conosceranno questa parola, anche se mi vanto di pochi lettori ma acculturati. Per chi non conosce questa parola ne riporto la definizione di Wikipedia, e poi filosofeggiando un po' capirete come e perchè questa parola sia affascinante.
L'entanglement quantistico o correlazione quantistica è un fenomeno quantistico, privo di analogo classico, in cui ogni stato quantico di un insieme di due o più sistemi fisici dipende dallo stato di ciascun sistema, anche se essi sono spazialmente separati. Viene a volte reso in italiano con il termine "non-separabilità".
Letto questo, i pochi di voi che saranno ancora svegli si staranno chiedendo perchè quei due neuroni che ci sono nell'ampio del mio cranio non abbiano niente altro da fare che pensare a questo e, ovviamente, con tutto quello che ne segue, a tutti i vari principi della fisica ad esso collegati, come il paradosso EPR ( se ne volete una spiegazione scientifica vi rimando a wiki).
Zzz...zzz...zzz
Ok. Vediamo perchè ci dovrebbe affascinare un concetto che riguarda le particelle, che nulla sembra avere a che fare con il nostro mondo.
La definizione ha nascosto in sé questo: due particelle che vengono messe insieme possono influenzarsi l'un l'altra, anche se sono spazialmente distanti. Cioè le proprietà di una possono cambiare in ragione di quelle dell'altra.
Fantastico.
Pensate a quanto le particelle ci somigliano. Le persone sono come spugne, assorbono le une dalle altre, assumono comportamenti in funzione di come si comportano le altre.
Magnifico.
Ora passo all'interpretazione che mi piace di più.
Due persone lontane possono agire e influenzare ciò che succederà, magari ad altre, magari a sé. Anche la più piccola azione non è nulla, ma ha ripercussioni da qualche parte, per qualcuno. “Il battito d'ali di una farfalla può causare un tornado dall'altra parte del mondo”: avrete sentito questo concetto miliardi di volte, e in esso questo concetto racchiude anche quello di entanglement.
Visto che non è tanto lontano da noi???
Inoltre, come spesso mi capita, succede che le cose che sembrano venire in mente per caso, tali non sono. Ed ecco che, ragionando sull'entanglement, arrivo subito alla teoria che più amo, e che secondo me è qualcosa di talmente bello e profondo che sarebbe impossibile da spiegare in poche righe: la teoria dei gradi di separazione.
Vi riporto wiki ancora una volta ( proprio gliele farei ste donazioni a wiki per quanto ci aiuta!!!!)
La teoria dei sei gradi di separazione è un'ipotesi secondo cui qualunque persona può essere collegata a qualunque altra persona attraverso una catena di conoscenze con non più di 5 intermediari. 
 
Al giorno d'oggi i gradi di separazione sono molti meno ( pensate che tutti gli statunitensi possono essere messi in relazione con qualcosa come 3-4 gradi di separazione medi) però la teoria non perde il suo fascino.
Ora mettiamo insieme le due cose, così come piace fare a me.
Allora qualsiasi atto che compiamo influenza qualcos'altro, o qualcun'altro, o noi stessi.
Ognuno di noi può essere messo in contatto con un'altra persona secondo un numero finito di gradi di separazione.
Ecco che le nostre azioni possono portarci ad entrare in contatto con un'altra persona, secondo delle azioni che tendono ad accorciare la distanza in termini di gradi di separazione fino ad arrivare allo 0: abbiamo creato il destino.
Conoscersi è dicotomia, è un sistema binario, entrare in contatto significa generare una certa sequenza di 1 e 0 per cui si arriva ad incontrarsi, e non ci è dato sapere cosa sarebbe successo se al posto dello 0 ci fosse stato un 1, o viceversa, anche se molto spesso ci accorgiamo che magari ci saremmo incontrati lo stesso con qualcuno (ecco che entrano i gradi di separazione!)
Dai, non succede mai, ma una volta correggiamo i latini: il destino non è proprio, ognuno è artefice di qualcosa, e quel qualcosa si ritrova specularmente nel destino di qualcun'altro, quindi non esiste IL destino, ma I destini, e non sono mai propri, ma sono una sequenza di intersezioni di insiemi che non finiscono mai.
Ci si incontra per un motivo, perchè di ogni insieme esiste il complementare,o esistono I complementari e l'entanglement e i gradi di separazione ci portano ad incontrare chi ci è meno lontano, spazialmente e sociologicamente parlando.
Quasi quasi lo cancello il post, non mi piace molto.
Però se lo cancellassi, e non lo pubblicassi, mai nessuno forse vi direbbe dell'entanglement, e forse non googlereste, e forse non andreste a vedere la serie TV flashforward che spesso lo nomina, e forse non ricordereste di aver visto l'attore in shakespeare in love, e forse non ricordereste di aver visto quel film in classe, e forse non ricordereste quella ragazza che tanto vi piaceva, e non vi verrebbe in mente di cercarla su FB, e non vi accorgereste che non è impegnata, e non provereste a cercare di contattarla tramite amici in comune ( gradi di separazione), e non uscireste insieme, e non vi sposereste, e non avreste dei figli...
Mah, quasi quasi lo lascio, che male fanno queste poche righe.

Nessun commento:

Posta un commento