Sì,
lo confermo: ho una mente malata.
Chiunque
ha giornalmente in mente tante cose, le sente alla tv, per lavoro,
per passione. Ma le passioni sono, solitamente, qualcosa di
rilassante; le parole che ogni tanto vengono in mente così, quando
non si pensa a nulla, sono sicuramente legate al quotidiano, o a
qualcosa che abbiamo vissuto e che sì è stabilito nel nostro
inconscio, pronto a venire a galla.
Freud
lo diceva, nulla avviene per caso, soprattutto perchè, come gli
antichi latini insegnano ( a me no, visto che non ho studiato latino
;P ) :”Faber est suae quisque fortunae”, ognuno
è artefice del proprio destino, quindi quello che noi pensiamo sia
un deja- vù o simili potrebbe benissimo essere che lo abbiamo
causato noi.
Quindi,
adesso, proviamo a pensare a caso ad una parola, insieme.
Ecco,
a molti sarà venuta in mente una parola di una canzone, Facebook,
ecc...
Fortunati
voi, a me l'altro giorno è venuto in mente questo: entanglement.
Ecco
spiegato il meraviglioso preambolo che sembra essere il degno
anticipo di un ricovero neuropsichiatrico.
Molti
di voi forse non conosceranno questa parola, anche se mi vanto di
pochi lettori ma acculturati. Per chi non conosce questa parola ne
riporto la definizione di Wikipedia, e poi filosofeggiando un po'
capirete come e perchè questa parola sia affascinante.
L'entanglement
quantistico
o correlazione
quantistica
è un fenomeno quantistico,
privo di analogo classico,
in cui ogni stato
quantico di un insieme di due o più sistemi
fisici dipende dallo stato di ciascun sistema, anche se essi sono
spazialmente separati. Viene a volte reso in italiano con il termine
"non-separabilità".
Letto
questo, i pochi di voi che saranno ancora svegli si staranno
chiedendo perchè quei due neuroni che ci sono nell'ampio del mio
cranio non abbiano niente altro da fare che pensare a questo e,
ovviamente, con tutto quello che ne segue, a tutti i vari principi
della fisica ad esso collegati, come il paradosso EPR ( se ne volete
una spiegazione scientifica vi rimando a wiki).
Zzz...zzz...zzz
Ok.
Vediamo perchè ci dovrebbe affascinare un concetto che riguarda le
particelle, che nulla sembra avere a che fare con il nostro mondo.
La
definizione ha nascosto in sé questo: due particelle che vengono
messe insieme possono influenzarsi l'un l'altra, anche se sono
spazialmente distanti. Cioè le proprietà di una possono cambiare in
ragione di quelle dell'altra.
Fantastico.
Pensate
a quanto le particelle ci somigliano. Le persone sono come spugne,
assorbono le une dalle altre, assumono comportamenti in funzione di
come si comportano le altre.
Magnifico.
Ora
passo all'interpretazione che mi piace di più.
Due
persone lontane possono agire e influenzare ciò che succederà,
magari ad altre, magari a sé. Anche la più piccola azione non è
nulla, ma ha ripercussioni da qualche parte, per qualcuno. “Il
battito d'ali di una farfalla può causare un tornado dall'altra
parte del mondo”: avrete sentito questo concetto miliardi di volte,
e in esso questo concetto racchiude anche quello di entanglement.
Visto
che non è tanto lontano da noi???
Inoltre,
come spesso mi capita, succede che le cose che sembrano venire in
mente per caso, tali non sono. Ed ecco che, ragionando
sull'entanglement, arrivo subito alla teoria che più amo, e che
secondo me è qualcosa di talmente bello e profondo che sarebbe
impossibile da spiegare in poche righe: la teoria dei gradi di
separazione.
Vi
riporto wiki ancora una volta ( proprio gliele farei ste donazioni a
wiki per quanto ci aiuta!!!!)
La
teoria dei sei
gradi di separazione
è un'ipotesi secondo cui qualunque persona può essere collegata a
qualunque altra persona attraverso una catena di conoscenze con non
più di 5 intermediari.
Al
giorno d'oggi i gradi di separazione sono molti meno ( pensate che
tutti gli statunitensi possono essere messi in relazione con qualcosa
come 3-4 gradi di separazione medi) però la teoria non perde il suo
fascino.
Ora
mettiamo insieme le due cose, così come piace fare a me.
Allora
qualsiasi atto che compiamo influenza qualcos'altro, o qualcun'altro,
o noi stessi.
Ognuno
di noi può essere messo in contatto con un'altra persona secondo un
numero finito di gradi di separazione.
Ecco
che le nostre azioni possono portarci ad entrare in contatto con
un'altra persona, secondo delle azioni che tendono ad accorciare la
distanza in termini di gradi di separazione fino ad arrivare allo 0:
abbiamo creato il destino.
Conoscersi
è dicotomia, è un sistema binario, entrare in contatto significa
generare una certa sequenza di 1 e 0 per cui si arriva ad
incontrarsi, e non ci è dato sapere cosa sarebbe successo se al
posto dello 0 ci fosse stato un 1, o viceversa, anche se molto spesso
ci accorgiamo che magari ci saremmo incontrati lo stesso con qualcuno
(ecco che entrano i gradi di separazione!)
Dai,
non succede mai, ma una volta correggiamo i latini: il destino non è
proprio, ognuno è artefice di qualcosa, e quel qualcosa si ritrova
specularmente nel destino di qualcun'altro, quindi non esiste IL
destino, ma I destini, e non sono mai propri, ma sono una sequenza di
intersezioni di insiemi che non finiscono mai.
Ci
si incontra per un motivo, perchè di ogni insieme esiste il
complementare,o esistono I complementari e l'entanglement e i gradi
di separazione ci portano ad incontrare chi ci è meno lontano,
spazialmente e sociologicamente parlando.
Quasi
quasi lo cancello il post, non mi piace molto.
Però
se lo cancellassi, e non lo pubblicassi, mai nessuno forse vi direbbe
dell'entanglement, e forse non googlereste, e forse non andreste a
vedere la serie TV flashforward che spesso lo nomina, e forse non
ricordereste di aver visto l'attore in shakespeare in love, e forse
non ricordereste di aver visto quel film in classe, e forse non
ricordereste quella ragazza che tanto vi piaceva, e non vi verrebbe
in mente di cercarla su FB, e non vi accorgereste che non è
impegnata, e non provereste a cercare di contattarla tramite amici in
comune ( gradi di separazione), e non uscireste insieme, e non vi
sposereste, e non avreste dei figli...
Mah,
quasi quasi lo lascio, che male fanno queste poche righe.
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