giovedì 13 febbraio 2014

L'amore ai tempi della collera

Beh, San Valentino.
San Valentino penso sia un po’ come Natale, con la piccola differenza che, oltre ad essere tutti più buoni, si è anche tutti un po’ più innamorati.  Cuori, cuoricini, piccioncini, palloncini, pupazzetti: chi più ne ha più ne metta. Chi non ha letto il vecchio post di questo particolare giorno può leggerlo (http://imitazionedellavita.blogspot.it/2012/02/be-my-valentine.html), ma ora cambiamo un po’ timbro. Le luci, gli “spot” , come si direbbe sul palcoscenico, sono puntati sul senso dell’amore, e più in particolare sull’amore fra persone dello stesso sesso; argomento quando mai spinoso, che lascia adito a mille mila interpretazioni, opinioni, critiche, occhi sbarrati o esterrefatti.
Non so se vi è capitato di vedere quel video su internet  in cui dei bambini vengono intervistati riguardo a cosa sia l’amore e a cosa pensano dell’amore omosessuale (se non lo avete visto ve lo incorporo nel post, così potete farlo); dopo un primissimo senso di sbigottimento, e dopo che qualcuno ha addirittura confidato quelli che sono i sentimenti dei propri genitori a riguardo ( assolutamente non condivisibili ), la loro risposta è più o meno univoca: se si vogliono bene il problema dove è?


Sapete perché i bambini rispondono così, e risponderebbero così anche alcuni adulti? Ve lo spiego io in una parola unica, anzi più unica che rara al giorno d’oggi: AMORE.
I bambini focalizzano la loro attenzione sulla parola “Amore”, gli adulti (o alcuni adulti) la focalizzano sulla parola “omosessuale”, e non è una novità questa constatazione: chi conosce il sesso inevitabilmente vede l’amore un po’ più dietro le quinte, o almeno non lo vede come lo vedeva prima.  Il protagonismo di quello che è il sentimento più bello diventa co-protagonismo all’edonismo sessuale, l’innocenza del bacio pieno di emozione sfuma i propri contorni in favore di una silhouette fisicamente attraente, il monopolio del battito accelerato cade in favore di un oligopolio di emozioni, di pensieri più o meno scabrosi.
Ecco l’amore degli adulti.
Vedete, per l’amore potrebbe essere realizzato un quadro  molto molto simile a quello che Tiziano ha realizzato narrando le tre età dell’uomo, ma con una maggiore vicinanza fra la figura anziana e quella bambina.
Tiziano: "Le tre età dell'uomo"
Infatti l’anziano, che si stacca dal desiderio sessuale, torna ad una concezione dell’amore che è molto più vicina a quella del bambino rispetto a quello dell’adulto, più votata al sacrificio per l’altro e alla tenerezza.  L’anziano, tuttavia, conserva il moralismo dell’adulto, ossia conserva il pensiero sessuale dell’adulto, e pertanto risulta comunque critico nei confronti dell’omosessualità. Ma allora, quale è la giusta concezione dell’amore? Io non sono qui per insegnarvi qualcosa, non posso farlo e non voglio ambire a posizioni che non mi spettano, non voglio girare con un pullmino al suono di improbabili riarrangiamenti di canzoni dei Beatles, ma voglio invitarvi a riflettere. I vostri figli, i vostri nipoti o cugini hanno imparato la sessualità grazie ad un vostro esempio o spiegazione, o piuttosto hanno appreso tutto dal mondo che li circonda, dal cinema, dalla tv, dai libri, dalle 50 e più sfumature, dai “Porky’s” o “porci con le ali” più diffusi?
Riflettete, ora che è il periodo dell’amore, sul vero significato di questa parola e guardate che anche il Treccani segue lo sviluppo dell’idea di Amore che abbiamo noi: da “Sentimento di viva affezione verso una persona che si manifesta come desiderio di procurare il suo bene e di ricercarne la compagnia” a “Sentimento che attrae e unisce due persone (ordinariamente ma non necessariamente di sesso diverso), e che può assumere forme di pura spiritualità, forme in cui il trasporto affettivo coesiste, in misura diversa, con l’attrazione sessuale, e forme in cui il desiderio del rapporto sessuale è dominante, con carattere di passione, talora morbosa e ossessiva.”
L’Amor che move il sole e l’altre stelle.

Be my Valentine.

giovedì 6 febbraio 2014

Happy blogday!

Lo specchio riflette
un sorriso,
la gioia del vero bambino.
Le scarpe piene di fango,
la testa bagnata, sudata,
di chi per raggiungere un sogno
inizia a correr da ora.
Ti guardi,
e senti di essere il centro,
e senti di essere il niente
e in fondo il niente è tutto
se solo accendi la luce.
Lascia che la vita ti afferri
rendendoti
d’ora in avanti
il suo stesso riflesso:

Imitazione della vita

Ho sempre pensato che quando si è in viaggio non ci si sposti solo fisicamente: il vero viaggio è nella nostra mente.  Però se a viaggiare si è in due, allora matematicamente ciò si esprime con 2, dato che la mente umana è davvero sconfinata…
Tutto ciò per dirvi e per raccontarvi questa scena dal mio punto di vista. In viaggio con l’amico sul treno e ti arriva quello che non ti aspetti proprio lì, sul tavolino di un Frecciabianca qualsiasi, quasi fosse un kit di sopravvivenza: busta di caramelle gommose a forma di cuore e  Moleskine.
Due secondi che mi hanno spiazzato, soprattutto perché prendendo in mano il taccuino quello che vi ho scorto dentro erano rotori, divergenze, e tanta altra robaccia matematica che non è parte fondamentale di questo post.  Ma no, non era quello il fine del blocco, bensì un brainstorming per quello che dovrebbe essere il nuovo simbolo rappresentativo del blog.
L’idea c’era, mancava il “nero su bianco”, che ovviamente si è affacciato fra le mille pagine di quello storico libercolo bianco sporco, e insieme a tratti sconfinati sulla carta cominciavano a fluire i discorsi, che inevitabilmente finivano sul blog.
Uno dei discorsi di fondo è stato che a noi piace essere parte di un blog aspecifico perché “ se un giorno dovesse succedere qualcosa di brutto, chi mi ha conosciuto avrà in quello che ho scritto un pezzo di me, e chi non mi ha conosciuto saprà chi sono stato” (concetto che in quel momento non ho esplicitato io, ma che è stato più che mai calzante alla luce degli ultimi avvenimenti di cui non vi sto a parlare…). Aspecifico ma non a-tematico, come vi ho già raccontato in un altro post (http://imitazionedellavita.blogspot.it/2014/01/blog-bloche.html#more), perché è bello riflettere a voce alta, è bello fare in modo che, se il nostro sguardo si poggia anche solo per un secondo per ammirare la meraviglia di un oggetto, di un istante o di qualsiasi altra situazione, tutti possano essere resi partecipi di quel qualcosa. I momenti durano poco, in pratica un attimo, ma possono essere di una bellezza incredibile, o comunque attirare la nostra attenzione. Cerchiamo di porre la nostra attenzione solo sulle cose più belle, e godiamocele fino in fondo, fino all’ultima stilla di dolce nettare di emozione che ne possa derivare…
In queste frasi trovate quello che è un anticipo del nuovo logo del blog: una farfalla stilizzata che poggia aiutando a delineare la parola “LIFE”. La farfalla vive poco, ma è un concentrato di bellezza che poggia solo sui fiori più belli, ed è questo quello che vogliamo sia la vita che vi raccontiamo e che voi, seguendoci, ci raccontate. E ci raccontate tutto con i vostri like, le vostre visite, da ormai 2 anni da oggi, perché se esiste un “happy blogday” per noi è il secondo e vi ringraziamo di tutto questo. Partecipate, scriveteci ,chiedeteci, criticateci, amateci, odiateci, like, dislike quello che volete, ma se anche un secondo della vostra vita lo dedicate a poggiare lo sguardo su quello che vogliamo comunicarvi allora ci renderete il fiore più bello.
Vi abbiamo parlato di cinema, di relazioni personali, di destino, di sliding doors e di tecnologia, di fede e di scienza, del subatomico e dei legami universali, sempre con ironia, con voglia di cercare critica e approvazione, e con la voglia di regalarvi in pochi caratteri un momento tutto nostro e vostro per riflettere, per un “ah però” o per un “ma che c***o dice” o per qualsiasi altra esclamazione.
Grazie, davvero grazie per essere così tanti e per seguirci. E un piccolo regalo per farvi sorridere di quanto siamo “scarsetti” nel disegno ve lo facciamo: vi facciamo vedere le pagine dell’agenda Moleskine famosa.












E insieme a queste immagini, nelle quali si intravede già il nuovo logo, vi racconto un piccolo aneddoto sul simbolo. Eravamo, come vi ho detto prima, sul treno mentre pensavamo a questo logo, e la farfalla ci piaceva molto come idea, ma qualcosa comunque continuava a farci riflettere e dubitare. Ci trvavamo in metro verso la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, dove è affrescato il cenacolo di Leonardo. Scendiamo dalla metropolitana e, continuando a riflettere sul logo, saliamo le scale per “tornare a riveder le stelle” ed ecco cosa ci si para di fronte:




vi ho scritto tante volte del destino, e questa è ancora una volta una prova di quello che vi ho raccontato.
Happy blogday.
To you