domenica 14 dicembre 2014

La chiave del successo

Ieri ho visto un'intervista a Manuel Ginobili. Un'intervista molto semplice, informale, sembra quasi che lui stia parlando con un amico. Usa un tono molto diretto e semplice, non si tratta di una conversazione costruita.

Per chi non lo conoscesse, Manuel Ginobili, è un cestista argentino di origini italiane. Nella sua carriera ha vinto tutto quello che si potesse vincere, Campionati italiani, Coppe Italia, Eurolega e Campionati NBA. Con la propria Nazionale ha vinto Mondiale e Olimpiade. Trovare un atleta, in tutti gli sport, che abbia vinto più di lui è davvero difficile, non se ne trovano tanti.

Dalle sue parti, a Bahia Blanca, lo definiscono un Hombre Vertical, ossia un uomo che segue una certa linea, con determinata coerenza e con forza.

Riporto alcuni tratti della sua intervista:

"Voi vedete che gioco nella NBA, che guadagno tanti soldi, esco nei quotidiani, nelle riviste, in televisione e penserete che sia bello essere così, che una cosa del genere capiti per caso. [..]

Ci siamo dovuti rompere il culo veramente. Da quando avevo 14/15 anni mi sono chiuso in una palestra, mi sono messo ad allenarmi, e abbiamo rinunciato a tante cose e che ne so, per dire, per fare un esempio concreto, il fatto di rinunciare al viaggio con i compagni di scuola alla fine delle superiori perché mi dovevo allenare e giocare, o uscire il fine settimana con gli amici che si divertivano da matti e che il giorno successivo raccontavano tutto quello che avevano fatto e tutto quello che gli era capitato. Lo dovevo sopportare perché io il giorno dopo mi allenavo o giocavo e, io, avevo un obiettivo ben fisso in mente, che era giocare a pallacanestro ed essere il migliore giocatore che potessi arrivare ad essere e credo che queste siano alcune delle ragioni per cui mi sia riuscito tutto. 
Dopo chiaro, bisogna avere la fortuna, il destino o come lo volete chiamare però questo non è solo relativo al basket o allo sport. 
Se voi volete essere dentisti, se volete essere professori, se volete essere quello che volete, è sempre la stessa cosa, bisogna sforzarsi, rompersi il culo, essere rispettosi di quelli che ci insegnano, come dei tuoi compagni, dei tuoi genitori, credo che queste cose sono cose che oggi forse si stanno perdendo un poco, ed è un peccato perchè sono le cose che ti fanno arrivare molto in alto.


Metteteci passione, rispetto e uccidetevi per raggiungere un obiettivo. credo che sia la maniera per arrivare".



Tutti, dentro di noi, sappiamo cosa occorre per raggiungere un determinato obiettivo ma molto spesso ce lo dimentichiamo. Ecco, se a ricordarcelo è un campione del calibro di Manuel Ginobili che usa parole tanto semplici quanto insuperabili, perché non facciamo si che questa diventi anche la nostra prima regola?







martedì 9 dicembre 2014

L'ho rubato.

Qualche tempo fa, all'interno di una scatolina, ho ritrovato un biglietto da visita particolare. 
Rileggerlo mi ha fatto viaggiare nel tempo facendomi ricordare perfettamente come e quando sono entrato in possesso di questo "bigliettino". 
Estate 2005, Camp sportivo di Pallacanestro.
Il mio Coach l'aveva attaccato su un'anta dell'armadio della nostra stanza, un camerone dove dormivamo in undici. 

L'ultimo giorno di Camp decisi di staccarlo e di prenderlo, non avevo alcuna intenzione di lasciarlo lì. Va bene, l'ho rubato, lo ammetto. Il solo pensiero che qualcuno avesse potuto staccarlo senza nemmeno leggerlo mi avrebbe mandato in bestia. Non si trattava di una citazione buttata lì, come se ne vedono tante al giorno d'oggi in tutti i Social Network. Non si trattava di un "banale" insegnamento. Quel bigliettino conteneva, e contiene, un insegnamento di vita, che solo delle persone davvero sagge potevano esprimere con una frase così semplice.
Personalmente la ritengo la citazione, frase, aforisma.. di maggiore ispirazione, col maggiore contenuto e con l'insegnamento più importante che si possa impartire.



"Tutto ciò che hai un giorno o l'altro sarà dato via. Perciò dà adesso, così che la stagione del dare sia la tua, non quella dei tuoi eredi"




Ognuno ne tragga il proprio, personale, insegnamento.

Vi avviso, se volete questo bigliettino dovrete rubarmi il portafogli.
Oppure, stamparlo e leggerlo.
Leggerlo tutti i giorni.

PS: Ringrazio La mia Coach.

domenica 7 dicembre 2014

1 messaggio ricevuto

Nelle ultime settimane si è molto discusso riguardo la novità introdotta da WhatsApp, ossia quella di sapere quando il proprio messaggio è stato letto o meno.
In moltissimi si sono indignati, forse pensando che da quel momento in poi sarebbero stati costretti a rispondere immediatamente perchè il mittente avrebbe visto che loro il messaggio è stato visualizzato.
Personalmente la notizia mi ha lasciato abbastanza indifferente. Credo che occorra del tempo per rispondere ad un messaggio, vuoi per gli impegni, vuoi perché ci vuoi riflettere e selezionare le parole più adatte. 
Sono profondamente convinto che la messaggistica istantanea abbia ridotto, abbondantemente, la qualità delle conversazioni. Nota bene, non voglio affrontare un discorso del tipo: "Ai miei tempi, quando c'erano gli sms...", assolutamente no, provo a spiegarmi.

Mi sono avvicinato al "mondo degli sms" alle medie. Non avevo il cellulare quindi usavo quello di mio padre. Ricordo che con Wind i messaggi costavano 200 Lire però non li pagavi uno ad uno ma al decimo sms inviato ti venivano addebitate 2000 Lire. 
Uno potrebbe dire:"Ah ma 200 Lire, cosa vuoi che siano?". Cosa vuoi che siano?!? 200 Lire equivalevano a 2 Goleador, 4 caramelle Fritz oppure 4 gomme da masticare con le minifigurine dei calciatori. Può sembrare banale ma è tutta qui la differenza. Prima i messaggi si pagavano, tutti. Anche oggi si pagano, ma quanti di voi mandano ancora un sms? Se li mandate è perché in ogni caso sono compresi nel vostro piano tariffario, quindi gratis. Ovviamente tutti quanti adoperiamo WhatsApp, Viber.. perchè sono gratis. 

Si era costretti ad inserire un messaggio, un sentimento, un'emozione, uno stato d'animo... una dichiarazione d'amore in 160 caratteri. Questo vincolo ha indubbiamente incrementato le nostre doti di sintesi ed il nostro lato poetico ma, cosa più importante, ci ha costretto a ragionare e pensare prima di scrivere o rispondere ad un messaggio. Si doveva inserire un concetto importante in un sms (quando proprio era importantissimo si sforava e se ne mandavano due o tre).
Oggi ci si sente quasi obbligati a rispondere immediatamente ad un messaggio e di conseguenza le conversazione scorrono veloci, senza controllo e senza quelle pause necessarie per comprendere meglio il tipo di conversazione. In questo modo le conversazioni hanno perso tanta qualità.

In passato, con gli sms, quando volevi dichiararti ad una ragazza, scrivevi il tuo messaggio, lo cancellavi, lo riscrivevi e forse ne eri più soddisfatto. Poi lo rileggevi ma non ti piaceva quindi lo cancellavi di nuovo. "Glielo metto lo smile? Dai si, lo metto. Ma no, meglio di no, poi consumo 3 caratteri e non riesco a finire la frase. Va bene, metto lo smile però tolgo tutti gli spazi."
Potevano passare decine di minuti prima di aver trovato la versione ottimale. Poi, travolto da qualche secondo di pura follia, inviavi il tuo sms. Successivamente aprivi la cartella dei messaggi inviati ed eri capace di rileggere ciò che avevi scritto fino a che non arrivava la risposta.

Ed è qui il bello. Non avevi la certezza che il messaggio fosse arrivato e tanto meno la certezza che fosse stato letto. A volte aspettavi ore. 
"Le sarà arrivato? L'avrà letto? Oddio, e se l'ha letto, cosa pensa? Perché non risponde? Forse non vuole rispondermi, lo sapevo che era un messaggio troppo stupido"

Quell'attesa lì, nell'incertezza della consegna del messaggio e della conseguente lettura da parte del destinatario, era tremendamente dolce.





E voi? Vi sentite in obbligo di rispondere oppure vi prendete il vostro tempo?