domenica 26 gennaio 2014

Le giuste proporzioni


Un uomo, mediamente, impiega due anni per imparare a parlare...

Pochi giorni fa, su YouTube, mi sono imbattuto in Ernesto Sirolli, un affascinante sessantenne baffuto (nato in Italia) che ha lavorato in giro per il mondo raccongliendo onorificenze e successi ovunque.
Il titolo del suo discorso, tenuto sul palco di un TED, é: "Vuoi aiutare qualcuno? Sta zitto e ascolta!"

Ernesto inizia il suo appassionato discorso affermando che qualsiasi cosa abbia fatto nella  vita sia stata una conseguenza delle esperienze maturate durante dei progetti di cooperazione tra Italia ed Africa. Dal 1971 al 1977, Ernesto ha lavoravato per un'Organizzazione non governativa tra Zambia, Kenya, Costa d'Avorio e Somalia.
Egli racconta come ogni singolo progetto in Africa abbia avuto esiti fallimentari e come ogni volta egli ne sia venuto fuori distrutto.
Afferma che a  ventuno anni pensava che gli italiani fossero bravi, ma si rese conto che qualsiasi cosa essi toccassero con mano veniva distrutta.

Il primo progetto al quale prese parte, che ispirò poi il suo primo libro, Ripples from the Zambesi, fece comprendere ad Ernesto una cosa fondamentale.
Gli italiani decisero di andare ad insegnare a delle popolazioni dello Zambia come coltivare particolari prodotti. Arrivarono così in una valle fantastica, attraversata dal fiume Zambesi, ed iniziarono ad insegnare alla popolazione locale come coltivare pomodori, zucchine...
Gli italiani notarono che le persone non erano affatto interessate ad apprendere e si videro costretti a pagarle per farle andare a lavorare nei campi. Essi italiani erano sorpresi nel vedere che in quella zona così meravigliosa non si coltivasse nulla e invece di chiedere agli abitanti del posto il perchè non vi avessero mai coltivato nulla, dicevano semplicemente: "Grazie a Dio siamo qui" oppure "Siamo qui a salvare la popolazione dalla fame".
Le verdure crescevano splendidamente, il doppio più grandi di quelle che nascono in Italia. Così gli italiani dicevano alla popolazione: "Guardate, avete visto quanto è facile coltivare?"
Quando i pomodori diventavano rossi e grossi, durante la notte, ogni notte, 200 ippopotami uscivano dal fiume e mangiavano tutto.
"Oh Dio", esclamavano gli italiani, "Gli ippopotami". E gli zambesi: "Si, questo è il motivo per cui non abbiamo agricoltura qui". "E perchè non ce l'avete detto?" chiesero gli italiani. "Non avete mai chiesto", risposero gli zambesi.

Ernesto afferma che inglesi, americani e francesi sono stati autori di fallimenti ancora più grandi. Gli italiani almeno avevano sfamato gli ippotami.
Così Ernesto arriva ad affermare quello che egli ritiene essere il principio fondamentale dell'aiuto: il Rispetto. Se si vuole veramente aiutare qualcuno, bisogna stare zitti ed ascoltare, mettere la propria conoscenza al servizio dei desideri altrui, assecondandone le passioni.
Dopo l'esperienza in Africa, Ernesto abbe grandissimi successi in Australia, aiutando gli imprenditori locali nel far fiorire le loro imprese. Ebbe talmente successo che il governo Australiano lo contattò chiedendogli come avesse fatto. Egli rispose che aveva fatto una cosa difficilissima, molto molto difficile: era stato zitto ed aveva ascoltato, si era messo al servizio degli altri.
Incontrava le persone nei locali, nei pub, diventava loro amico, ascoltava le loro idee e, dove poteva, interveniva fornendo il sostegno e la conoscenza di cui necessitavano.
Non racconto il resto del discorso per non privare, chi volesse, del piacere nell'ascoltare quest'uomo davvero carismatico. (Il link del video alla fine del post)

Al di là del fine del discorso di Ernesto, che si scopre ascoltando tutto il discorso,  le sue parole mi hanno condotto ad un unico pensiero: i nonni.

Si, i nonni. Allora, bisogna scindere il discorso tra nonnine e nonnetti. Le nonnine sono più chiacchierone, sono sempre piene di domande, ti chiedono come stai, se hai mangiato, se hai la fidanzatina.. e così via.
I nonnetti invece quasi non parlano. Ci sorridono, spesso sotto i loro baffi bianchi. Ci osservano con i loro occhi saggi e non parlano, non entrano mai nei nostri discorsi. Quante volte ci hanno visto affermare frasi sconsiderate, dettate dalla giovane età, dalla mancanza di paura o di esperienza. Chissà cosa pensano o cosa hanno pensato. Eppure non parlano, non si esprimono facilmente. Bisogna quasi tirar loro fuori le parole di bocca. Loro forse non si esprimono più di tanto perchè sanno perfettamente che tanto non sarebbero ascoltati. Ah se solo avessimo la maturità per capire che dovremmo costringerli, farli parlare con forza, pregarli. 
Ogni loro parola potrebbe essere un insegnamento per la vita. 

Invece no. Noi parliamo troppo e ascoltiamo troppo poco, in ogni aspetto ed istante della nostra vita quotidiana. Siamo più attenti a ciò che diciamo e pensiamo piuttosto che a quello che gli altri ci dicono o vorrebbero dirci.

Eppure le proporzioni ce le insegnano alle medie, se non alle elementari.
Abbiamo due orecchie ed una bocca. Rispettiamo le proporzioni.

 ...Dicevo, un uomo impiega due anni per imparare a parlare e sessant'anni per imparare a NON parlare.


PS.E voi, a cosa hanno fatto pensare le parole di Ernesto?


Link del video:
http://www.ted.com/talks/ernesto_sirolli_want_to_help_someone_shut_up_and_listen.html












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